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rosae, rosarum, rosis

di paola silva coronel

Dopo vent’anni, è tornata l’esposizione internazionale della Triennale. Dal 1923 è un’istituzione culturale, che produce mostre ed eventi di arte, design, architettura, moda, cinema, comunicazione e società. E’ un evento diffuso su tutto il territorio urbano e trova nel palazzo della Triennale il suo fulcro.

Proprio in questa sede prestigiosa, dal 22 giugno al 31 luglio sarà presente un‘installazione curata da Paola Silva Coronel. Il progetto “rosae, rosarum, rosis”, selezionato tra numerose proposte in concorso, rappresenta una possibile risposta, al tema di questa 21a edizione: “21st century. Design after design”. Quale futuro per il design italiano?

Paola Silva Coronel, cresciuta in un clima culturale d’eccezione, confrontandosi nella professione e nell’insegnamento con maestri del calibro di Ezio Manzini, Andrea Branzi e Michele De Lucchi, con cui tutt’oggi insegna al Politecnico di Milano, ha provato a dare una risposta possibile.

Dopo quasi 70 anni di produzione industriale, le grandi tirature seriali non hanno più quell’appeal, che suscitavano negli anni ‘50 e ’60, quando, all‘indomani di un panorama fatto da artigiani e pezzi unici, migliaia di prodotti identici erano sinonimo di modernità.

Le grandi produzioni erano vincolate dalle tecnologie disponibili, che richiedevano, a monte, importanti investimenti per gli impianti. La creatività era quindi affidata a pochi eletti, considerati trend setter, grazie ai quali, il successo commerciale era garantito.

Oggi le tecnologie digitali permettono di produrre pezzi unici e intervenire sui prodotti industriali, introducendo il decoro come elemento distintivo. Il web, con milioni di immagini, è la più grande fonte di ispirazione di sempre e amplia l’orizzonte del reale su un nuovo adiacente possibile. Il percorso creativo rimane il fulcro del design e non fa più distinzione sui media, sulle tecnologie o sulle abilità manuali necessarie per trasformare prodotti comuni in gesti eroici unici.

L’allestimento è formato da un macro ricamo a punto croce, realizzato su un grigliato metallico, dove è evidente l’intervento manuale. Lo schema della rosa, deriva dalla elaborazione grafica di un’immagine, scelta dal web tra migliaia di soggetti simili. Un secondo pannello introduce le potenzialità delle macchine da ricamo digitali, che vedono nella poltrona MIA di Mdf Italia, una possibile applicazione. L’idea è che la creatività debba utilizzare tutte le tecnologie disponibili, per ottenere il miglior risultato. Il fatto a mano, non è necessariamente meglio. E’ l‘idea, che deve guidare verso il risultato migliore: una rosa ricamata a punto croce diventa l’elemento decorativo che, modificando il DNA originario della poltrona, la rende unica.

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